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Lo Studio

La nostra storia

Lo Studio Radiologico Dott. Renato Pilia s.r.l. vanta grande e qualificata esperienza operando nel campo della Diagnostica per Immagini da lungo tempo.
L’attività professionale svolta dalla Dott.ssa Maria Grazia Pilia e dalla sua equipe, si sviluppa nel solco della tradizione familiare che ha le sue origini nei lontani anni    .
In tale epoca, infatti, il Dott. Renato Pilia,  introduceva nel nostro paese, assieme ad altri pionieri e maestri della Radiologia, questa straordinaria e, per l’epoca fortemente innovativa, branca della Medicina.

IL SUO FONDATORE

Dottor Renato Pilia
la storia dell’Ogliastra del secolo scorso, che lui percorse dal 1923 al 1996

In quella Sardegna ancora immersa nelle nebbie del medioevo, quante probabilità aveva, figlio di un contadino e di una casalinga di Lanusei, di riuscire a diventare un medico? Pressoché zero.

Ammalarsi in Ogliastra, fino alla prima metà del secolo scorso, era una impresa molto rischiosa.
Fu una grande epopea quella dei primi medici-pionieri che fecero uscire uno dopo l’altro i nostri paesi da quel medioevo sanitario nel quale si dibattevano da millenni. Con pochi mezzi ma con grande scienza quei medici condotti salvarono migliaia di vite umane. Erano contemporaneamente anche ostetrici e dentisti. Si avvalevano di pochi e semplici strumenti per il loro operare in un territorio cosi isolato e lontano giorni di viaggio dagli ospedali di Cagliari o di Nuoro. Nella loro borsa: un bisturi per la piccola chirurgia, una pinza per estrarre i denti, un forcipe per i parti più complicati e pericolosi. Poche le medicine, costosissimi i primi antibiotici, risolvevano anche i casi più gravi con competenza e molto buonsenso: dosi massicce di esperienza e di grande umanità. Anche Dott.  Renato fu uno di loro, laurea in Medicina nel 1949. In quei primi anni ‘50, fu medico condotto a Villagrande e ad Ulassai. Sia lui che le amministrazioni comunali che gli affidavano l’ incarico erano troppo poveri per permettergli di recarsi a casa dei malati in automobile. Fu il cavallo il suo mezzo di trasporto per le visite domiciliari.
Prestò servizio anche a Posada, muovendosi a dorso di cavallo negli stazzi sospesi tra Baronia e Gallura.
Scelse Radiologia come sua specializzazione. Era una nuova professione quella del Radiologo, medico e padrone delle tecnologie più moderne. Un mestiere strano e pericoloso: pericolo nel buio delle camere oscure dove si sviluppavano a mano le lastre respirando la tossicità dei vapori degli acidi di sviluppo e fissaggio. Strano perché anche i pazienti venivano visitati nel buio, necessario per vedere le tenui ombre dei polmoni e dell’ apparato digerente rilasciate da quei primitivi, ma per quei tempi modernissimi e ipertecnologici, schermi di scopia radiologica. Pericoloso perché quelle apparecchiature rilasciavano un mare di radiazioni, prima di tutto sui malcapitati radiologi che li utilizzavano tutto il giorno. Ma era anche affascinante essere i pionieri di quell’ arte (ricordiamoci sempre che la medicina è un’ arte oltre che una scienza) che permetteva per la prima volta nella storia di vedere i polmoni respirare e il sangue scorrere nelle arterie. Ossa rotte, lussazioni, broncopolmoniti e pleuriti, ulcere dello stomaco, perforazioni e occlusioni intestinali, tumori, questi erano i verdetti che quel medico cacciatore d’ombre rilasciava ai suoi pochi pazienti. Era il massimo della tecnologia medica di allora, ma veniva snobbata da molti medici, che allora non si rendevano conto delle potenzialità della Radiologia, non sapevano che di li a poco non avrebbero potuto farne a meno.
Si specializzò a Bologna nel 1954, in Sardegna non era ancora possibile. Se i medici erano pochi, i radiologi in Sardegna nei primi anni 50’ erano ancora meno. Si contavano sulle dita di una mano.
Dott. Renato avrebbe potuto lavorare e stabilirsi ovunque avesse voluto: Bologna, Roma, Cagliari.
Scelse invece di nuovo l’Ogliastra e nel 1955 aprì un piccolo studio radiologico prima a Tortolì e poi a Lanusei.
Una scelta a dir poco azzardata, voleva dire rinunciare alla carriera, a lauti guadagni, al successo professionale e al prestigio sociale, traguardi che solo la città era in grado di assicurare. Una pazzia direbbero i benpensanti ed i saggi, voler fare il Radiologo in una Ogliastra che usciva dalle nebbie del Medioevo.
Dott. Renato scelse di fare il Radiologo nella sua terra. Allora non sapeva che stava lasciando tracce profonde sul terreno. Le stesse orme erano ancora visibili dopo cinquanta anni, quando suo figlio Giuseppe le seguì tornando dall’ America per fare il genetista in Ogliastra, fondando un centro di ricerca genetica di livello mondiale a Lanusei.

Nel 1956 partecipò da protagonista a un impresa storica, sicuramente la più importante del novecento per la piccola grande storia del nostro territorio: far nascere un ospedale in Ogliastra.
Fondamentale, nella storia del Novecento Ogliastrino. Più ancora rispetto agli altri eventi, la creazione dell’ ospedale vide protagonisti molti ogliastrini e sardi, non solo comparse o comprimari. Dott. Renato fu un protagonista di quella bella storia.
L’ospedale era piccolo, ma gestito e organizzato sapientemente e con polso fermo dalle Suore Mercedarie. Sobrio ed essenziale, un unico vezzo, un tocco di marmo rosa nelle scale ed all’ingresso. Sempre tirato a lucido e immacolato. I reparti erano quelli essenziali, salvavita, direi. I medici, uno per reparto, in genere. La chirurgia, animata da Mino Spanu prima e da Ignazio D’Aquila poi. La Medicina, rappresentata dal dott. Fancello. La Radiologia, impersonificata per trenta e più anni da Renato Pilia. L’ Anestesia, retta dal dott. Pistis. Poi vennero il laboratorio, l’ostetricia e via via tutti gli altri reparti. Un team di professionisti di grande valore scientifico ed umano portò in pochi anni l’Ogliastra fuori dal medioevo sanitario. Di colpo si spensero i fuochi sotto i pentoloni di acqua bollente nelle cucine delle partorienti.
Un mal di pancia e l’eventualità di una appendicite, di una occlusione intestinale, di una peritonite, cessarono di essere un dramma, la distanza dalla più vicina sala operatoria non si misurò più in giorni ma in ore e minuti.
Una broncopolmonite o una frattura potevano finalmente essere diagnosticate e curate in Ogliastra.
Quel piccolo ospedale sospeso tra le montagne e il mare permise a tanti ogliastrini di nascere e crescere nella loro terra. Poi salvò migliaia di vite umane. Curò migliaia di pazienti. Ogni anno li curava un po’ meglio. Ogni anno cresceva, aumentavano qualità e servizi. Cresceva perché tutta la popolazione lo considerava importante e strategico per il territorio, poteva crescere perché Dott. Renato e tanti medici e tanti infermieri avevano fatto un giorno la scelta di tornare a vivere e lavorare in Ogliastra.

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